sabato 16 febbraio 2013

Il brainstorming: una tecnica sopravvalutata

Il brainstorming è una delle tecniche più soft e piacione che ci siano. È spesso considerato sinonimo di un caffè e quattro caxxate in compagnia. Vi è mai successo di invitare qualcuno a partecipare una sessione di brainstorming e questo ha rifiutato? No, eh?! Me lo immaginavo.
Il brainstorming è troppo semplice per funzionare. Se funzionasse più di quattro chiacchiere di fronte alla macchinetta del caffè mi stupirei moltissimo. Sarebbe contrario alle leggi della fisica: una cosa divertente che produce risultati! Sarebbe come dimagrire a furia di dolciumi.
Spero di darvi delle evidenze che vi convinceranno di quanto sto dicendo, ma prima di tutto esistono due regole auree da tenere sempre in mente:
1.       l’essere umano è pigro (soprattutto quando deve usare il cervello)
2.       l’essere umano mente (anche a sé stesso).
Se terrete a memoria queste due regole sarà logico capire il perché del titolo di questo post.

Prima di cominciare ricapitoliamo le indicazioni classiche per un brainstorming di successo:
          Quantità non qualità
          Incoraggiare idee creative
          Utilizzare idee altrui
          Posticipare il giudizio (non criticare)
Dalla California (IDEO) aggiungono alle regole anche le seguenti:
  •   Parlare uno alla volta
  •  Essere visuali.


Direi che per essere una “tecnica” per generare buone idee è decisamente un po’ troppo semplice! Qualcuno potrebbe farmi osservare che si sfrutta l’intelligenza cumulata del gruppo di lavoro, ma non sta lì la ragione della sua universale adozione. 
Vediamone le ragioni.